Una cara amica vive in Nuova Zelanda e durante questi mesi ci siamo tenute aggiornate sulla nostra situazione e su quello che è successo e succede nei rispettivi Paesi di residenza. All’inizio della pandemia non era molto contenta del lockdown nonostante i pochi casi, soprattutto durante l’estate (da noi era estate, da loro inverno) quando erano chiusi in casa e qui in Italia c’era più di libertà. Adesso, invece, è contenta di come il Primo Ministro neozelandese ha gestito la situazione.

La Nuova Zelanda covid-free

MA COME HA REAGITO ALLA PANDEMIA LA NUOVA ZELANDA?

LA CHIUSURA DEI CONFINI

Il primo decesso per Covid-19 al di fuori della Cina è stato registrato nelle Filippine il 2 febbraio. In quel periodo in Nuova Zelanda non si era registrato nessun caso, ma il giorno successivo il Paese ha bloccato l’ingresso a stranieri provenienti da o che avevano fatto scalo in Cina, e tutti i neozelandesi di ritorno dalla Cina dovevano fare 14 giorni di isolamento.

Con la diffusione del virus, il blocco è stato esteso alle persone che arrivavano dall’Iran, dalla Corea del Sud, dal Nord Italia e a chiunque avesse sintomi. Dal 16 marzo chiunque volesse entrare nel Paese doveva rimanere in isolamento al momento dell’arrivo, a meno che non arrivasse dalle isole del pacifico. Secondo il Primo Ministro Jacinda Arden quelle erano le misure più rigide messe in atto a livello mondiale e non aveva nessuna intenzione di scusarsi per questo. Dopo pochi giorni ha deciso di chiudere le frontiere a tutti i non cittadini o ai non residenti, e ad oggi non si sa ancora quando riapriranno.

IL LOCKDOWN

Il 25 marzo è stato dichiarato il livello 4 di emergenza, con la chiusura totale delle attività, fatta eccezione per i servizi essenziali. In quel momento la Nuova Zelanda contava 102 casi e nessun decesso. Il massimo dei contagi è stato di 89 al giorno, con test a tappeto per isolare i positivi e tutte le persone con cui erano stati in contatto.

La chiusura totale delle attività è durata 6 settimane a marzo e 3 settimane ad agosto e adesso la Nuova Zelanda è in livello di emergenza 1. Oggi le persone possono muoversi liberamente anche senza mascherina che non è più obbligatoria. Anche lì il Governo ha realizzato un’App per tracciare gli spostamenti e avvisare la popolazione se in un certo locale ci sono stati casi di positivi (simile alla nostra Immuni), è consigliato l’utilizzo, ma non obbligatorio.

LE CONTESTAZIONI

La decisione di indire il lockdown è stata contestata. L’allora capo dell’opposizione Simon Bridges ha affermato che l’impatto sull’economia del paese e sulla salute mentale delle persone avrebbe causato danni peggiori del virus. Nonostante il momento difficile per il Paese e il fatto che, ad oggi, chi non è residente e non ha la cittadinanza neozelandese non possa entrare nel Paese, più dell’80% della popolazione ha sostenuto le decisioni del Governo, riconfermando Jacinda Arden alle elezioni appena trascorse.

La Nuova Zelanda ora sembra essersi liberata dal virus che sta sconvolgendo il mondo, con 25 decessi in totale. Sicuramente la posizione e la bassa densità di popolazione hanno aiutato nell’attuare le misure contenitive.

Questo modello avrebbe potuto funzionare in altre realtà? Difficile a dirsi.

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